Il futuro del lavoro è oggi | Le sfide del lavoro ibrido

Mentre in Italia si discute di ritorno in presenza sui luoghi di lavoro e di smart working come alternative, i grandi player globali si stanno chiedendo come cambiare dall’interno le organizzazioni per supportare e sviluppare il lavoro ibrido, considerata l’unica via organizzativa possibile per conciliare efficacia, produttività e benessere. Da LinkedIn arriva una delle prese di posizione più recenti, che invita a considerare la sfida del lavoro ibrido anche come un’occasione per ripensare i rapporti all’interno delle organizzazioni.


La fine delle soluzioni universali

«Le persone che lavorano in azienda sono nella posizione migliore per sapere cos’è meglio per loro.»

Teuila Hanson, chief people officer di LinkedIn, risponde così, in questo modo incredibilmente sensato e semplice, ma se ci pensiamo bene anche un po’ rivoluzionario, al giornalista di Insider che le chiede quale posizione intende tenere l’azienda sul ritorno fisico in ufficio.

Già nel 2020 il rientro in sede era stato spostato a settembre di quest’anno, ma il corso degli eventi ha costretto l’azienda a ritarare l’approccio in una chiave di ulteriore flessibilità.
L’idea è quella di rinunciare alle policy “one-size-fits-all”, nella consapevolezza che non è questo il momento di cedere alla tentazione di applicare vecchi modelli decisionali che la pandemia ha reso, quasi da un giorno all’altro, obsoleti.
Non ci sarà quindi una linea imposta dall’alto uguale per tutti, bensì i singoli team avranno la possibilità di proporre quello che, dal loro punto di vista, sarà il giusto bilanciamento – sul piano dell’efficacia e del benessere, sia a livello personale che di team – fra presenza e remote working. È molto probabile che l’esito di questa possibilità di scelta sarà un modello ibrido, come sta avvenendo in molti altri casi.

Già la casa madre di LinkedIn cioè Microsoft ha annunciato a più riprese l’intenzione di muovere verso una concezione dei luoghi di lavoro nuova e più adatta ai tempi. Basta leggere il recente documento pubblicato sul blog ufficiale il 22 maggio 2021 dal titolo “The philosophy and practice of our hybrid workplace” per farsene un’idea e l’ineluttabilità del lavoro ibrido sta addirittura nel titolo del Work Trend Index 2021, diffuso a marzo proprio da Microsoft: The Next Great Disruption Is Hybrid Work – Are We Ready? [il report completo si può leggere QUI]

Lavoro ibrido: quale è il ruolo del leader?

Hanson fa però un passo avanti, che ci piace sottolineare perché ci parla dell’urgenza di ripensare non solo luoghi e orari di lavoro, ma anche la natura dei rapporti dentro l’organizzazione.

Nello spiegare la logica organizzativa che LinkedIn ha scelto di seguire cita infatti quella che, per la nostra esperienza coi team e sulla base dell’idea di organizzazione che cerchiamo di portare avanti anche con lo Smart Engagement Network, è l’essenza della leadership di cui oggi abbiamo bisogno: la capacità di scardinare le vecchie logiche decisionali affidandosi a sistemi strutturati di ascolto organizzativo.

«Sarà dura – dice Hanson – e i nostri manager dovranno per forza parlare con noi e stabilire un dialogo, in quanto leader e in quanto rappresentanti dell’organizzazione.»

Ascolto, confronto e capacità di far emergere richieste, idee e spunti diversi provenienti da ogni punto dell’organizzazione per fonderli in una riflessione aperta su come riorganizzare il lavoro e le relazioni fra le persone. Questa la grande responsabilità che hanno i leader in questa fase di transizione da una visione del lavoro basata sul controllo a una che poggia su fiducia e attenzione alla persona: ce la faranno? Di quali strumenti avranno bisogno?
Proveremo a rispondere nel prossimo post, dedicato proprio ai sistemi di ascolto.

STAI FACENDO ANCHE TU UNA RIFLESSIONE SU COME INTRODURRE IL LAVORO IBRIDO NELLA TUA ORGANIZZAZIONE E VUOI FARLO ASCOLTANDO LE PERSONE? 

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