“Rimangono solo le persone”: Dof al Dipartimento di Salute mentale di Trieste

Dipartimento di Salute mentale di Trieste, ex Opp, ex manicomio. Tanti nomi per un luogo che oggi respira la bellezza e la tranquillità del Parco di San Giovanni a Trieste, dove convivono un’azienda sanitaria, spazi universitari, una sartoria sociale, una radio, un teatro, persino un museo, solo per citare alcune realtà. Una cornice serena, che rischia di farti dimenticare che di qua è passata la Storia, quella vera, che cambia una società intera, sferzando abitudini e comportamenti come solo una vera rivoluzione sa fare: prima le cose si facevano in una determinata maniera, dopo, nulla è stato più lo stesso. Qui ha lasciato il segno Franco Basaglia, una delle personalità più visionarie  e innovatrici del nostro paese e della psichiatria, non solo italiana. Con grande emozione e in punta di piedi, siamo entrati in questo contesto per lavorare con chi tiene viva l’eredità di quella rivoluzione. Alessandro Rinaldi, protagonista insieme a Marzia Nobile di questa esperienza, ci racconta – con parole e qualche immagine, praticamente in diretta – com’è andata.

Siamo al Dipartimento di Salute mentale di Trieste, all’interno del Parco di San Giovanni. Oggi, lavoriamo con un vasto gruppo di operatori, psichiatri, terapeuti, psicologi, infermieri. Attorno a noi, le immagini, le storie, le visioni dell’avventura di Franco Basaglia e di molte altre persone che in questo luogo hanno costruito una strada nuova, un ponte sociale tra la comunità e la follia.

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Attraverso il teatro, ci interroghiamo sul rapporto tra identità e organizzazione, sulla necessità di affrontare il mutamento e sulla ricerca di coerenza verso le proprie radici. Applichiamo il modello di lavoro Dalla maschera al volto perché vogliamo evitare di portare ulteriori spunti puramente teorici. Proviamo, invece, a cercare la strada del linguaggio artistico per accogliere più profondamente i bisogni di relazione e di svelamento del gruppo.  Dopo una prima fase introduttiva, entriamo nel vivo: l’energia della performance genera uno spazio di condivisione, di racconto, di elaborazione.

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Dopo la faticosa costruzione delle rappresentazioni, ci ritroviamo nella grande sala degli incontri ed esplode il senso di comunità: ogni gruppo si racconta, senza falsi pudori, i ruoli vengono meno e rimangono solo le persone, nella loro forza e nella loro fragilità. A un certo punto l’energia del teatro supera il confine della formazione: apriamo le porte della sala e altre persone, attratte dalle voci e dai suoni delle performance, si uniscono a noi. Prende vita un dialogo vibrante, di confronto aperto, di verifica del senso di comunità.

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Sono con noi, oltre agli operatori, ricercatori provenienti da diverse parti del mondo: vogliono partecipare, capire, contribuire. Questa è una di quelle giornate in cui tocchiamo con mano la bellezza del nostro lavoro: ascoltare e far emergere i messaggi di una comunità ci consente di entrare in mondi diversi, di capire le complessità, di dare un contributo al percorso di lavoro e di riflessione su di sé. Sentiamo di essere tornati nell’esperienza della psichiatria a Trieste. Marco Cavallo, nella sala accanto, ci accompagna nel percorso tra la memoria e il presente, accanto a noi le persone che hanno lavorato a stretto contatto con Basaglia e le nuove generazioni che sono entrate nel progetto: un nuovo capitolo di un percorso che ha tracciato la storia della psichiatria in Italia e nel mondo.

Sulla pagina Facebook di DMAV, qualche foto in più 🙂

Visita il sito del Parco di San Giovannihttp://www.parcodisangiovanni.it/

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