Prima sessione di lavoro in FAB!

Oggi, inauguriamo lo spazio di lavoro FAB! Cerco di farmi un’idea più precisa delle sensazioni che mi trasmette il luogo e di immaginare come ci potremo sentire noi tutti quando lo abiteremo, studenti, formatori e mentor. Entrando, mi colpisce subito la luce, che proviene più che altro dal soffitto: ci troviamo infatti in una mansarda all’ultimo piano dell’edificio e la sensazione è quella di ritrovarsi in uno spazio facilmente accessibile, ma separato e protetto, dove poter pensare e lavorare in santa pace.
La prima cosa che noto è il bilanciamento fra i colori, il che è strano perché li ho già visti in progettazione e mentre venivano realizzati i lavori. Forse, il 29 (giorno del lancio di FAB) ero troppo presa con i preparativi del Village Lab e con le questioni pratiche per godermi la tranquillità che sempre mi trasmettono pavimenti e mobili di legno chiarissimi e colori vivaci.

Mentre Alessandro, Manolo e Nicola si confrontano sulla struttura della Village Academy, io prendo confidenza con gli spazi e scatto qualche foto. Qua si sta troppo bene per non pensare di condividerle 🙂
Quello che vedete qui sotto è il cuore di FAB!, uno spazio completamente ristrutturato e ricavato da quella che per anni è stata la sede della Cooperativa Itaca. Ci troviamo esattamente nel centro di Pordenone, in via San Francesco, a due passi dall’ex convento e dalla Mediateca.

L’idea era quella di creare un contesto rilassante in grado di ospitare momenti comuni di lavoro, sessioni di brainstorming, pause di riflessione e di ricarica. Già so che il mio spazio preferito sarà il nido/pensatoio, dove si può fare “tempesta di cervelli”, ma anche prendersi una pausa per pensare o riposare. (A chi si chiede perché proprio un nido, ricordo che il simbolo di FAB è un uovo). Mi annoto mentalmente di dire ai ragazzi che mi prenoto per seguire io le sessioni fra i cuscini!

La cosa più evidente è la ricerca di un buon compromesso fra la necessità di avere i propri spazi e quella di confrontarsi in un ambiente di coworking che favorisca gli scambi, la conoscenza, anche i feedback fra idee e progetti diversi. Ecco perché vicino alle postazioni di lavoro personalizzate (dove si può scegliere di stare per conto proprio) sono presenti gli spazi comuni, dove si lavora assieme, si fa rete di saperi e di emozioni. (Secondo appunto: ricordarmi di procurare, oltre al bollitore e alla macchinetta del caffè, un piccolo frigorifero. Forse, delle riviste. Sicuramente, stereo e casse per la musica)

Immaginando il modo in cui le persone potrebbero interagire in questo contesto, mi torna in mente una frase contenuta in “Empowering people, driving change – Social Innovation in the European Union” (rapporto del Bureau of European Policy Advisers della Commissione europea, citato in  un articolo di Roberta Dall’Olio e Sara D’ Attorre), secondo cui le innovazioni sociali sono “innovazioni che sono sociali sia nei fini sia nei mezzi”, “nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che contemporaneamente riescono a soddisfare bisogni sociali (in maniera più efficace rispetto alle alternative esistenti) e a creare nuove relazioni sociali e collaborazioni”. Trovo sia proprio calzante. Perché è vero che, da una parte, la Academy sarà una fase formativa e di affinamento del progetto al termine della quale si accederà alla seconda selezione (quella finale, da cui usciranno le idee che verranno incubate) e che quindi verrà vissuta da persone e team anche come momento di competizione, ma questo non significa che nel tempo che trascorreranno assieme non sarà possibile confrontarsi in modo costruttivo sui rispettivi progetti e trovare uno spazio di crescita comune. Perlomeno, noi l’abbiamo pensata così 🙂

Ho trovato molto bella anche la scelta dei materiali. Come si legge sul sito di FAB, “il progetto è stato sviluppato pensando all’intero ciclo di vita dei materiali privilegiando quelli prodotti localmente, quelli artigianali e quelli di riuso”. Per cui trovo azzeccata la scelta del legno e dei materiali naturali, in particolare di questi tronchi che gettano un ponte fra pavimento e soffitto e che, oltre a dare un tocco originale allo spazio, serviranno da attaccapanni!

Che dire? Non vedo l’ora di cominciare. Sarà una bella sfida, non solo per i partecipanti, ma anche per noi formatori e coach, che dovremo dare loro quanti più strumenti possibili per affrontare con le spalle larghe la seconda selezione del FAB. Ora che sto stata un po’ qui, nello spazio che ci ospiterà per qualche mese, sono fiduciosa che sarà una bella esperienza perché le condizioni – anche ambientali – ci sono tutte. L’importante sarà tenere sempre a mente il motivo che ci riunirà in questi spazi cioè la voglia di far crescere progetti che migliorino la qualità della vita di tutti e la consapevolezza che è importante aver fiducia nei propri progetti e nelle proprie risorse, trovare modi nuovi e diversi per fare le cose. E divertirsi facendole 🙂

 

I contenuti di questo post sono rilasciati con licenza Creative Commons 3.0 (CC BY-NC-SA 3.0)

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