Coraggio e orientamento al risultato: la forza del Guerriero

Quando è lunedì mattina, quando le ferie sono finite, quando portiamo avanti un progetto complesso e la strada che si stende davanti a noi è ancora lunga, ma anche quando siamo appena a metà giornata e l’agenda è ancora piena, quando siamo stanchi e c’è quella cosa importante che non può aspettare: questi sono solo alcuni esempi dei momenti difficili in cui ci viene richiesto di tirar fuori ogni riserva di energia che giace nascosta dentro di noi e andare avanti. Sono i momenti in cui abbiamo bisogno del Guerriero che c’è in noi!

La nostra componente guerriera è quella più orientata all’azione e desidera avere obiettivi verso cui dirigere la propria energia. Il Guerriero è quella parte di noi che risponde per prima alla chiamata, con entusiasmo e senza riserve, perché l’importante è fare e poi si vedrà. Si tratta di una figura molto orientata al risultato e, quindi, al tempo lineare perché crede nel ritmo e vive cercando di realizzare più cose possibili, con grande dispendio di energie. Affronta le cose di petto e cerca di andare alla massima velocità, superando spesso i suoi limiti e, talvolta, forzando le situazioni. Ha una grande forza propulsiva, anche se a volte farebbe meglio a fermarsi e a riflettere sul fatto che si possono utilizzare altri mezzi per raggiungere il risultato.

Quando il Guerriero è inserito in una comunità (famigliare, professionale, sociale) si mette al servizio di tutti, con grande generosità, che si può trasformare addirittura in vero e proprio spirito di sacrificio. L’importante è che ci sia sempre un buon motivo per combattere, che ci siano sempre nuove sfide e nuovi modi per mettere alla prova il proprio coraggio e la propria forza (anche d’animo).

Il Guerriero affronta le proprie sfide con amore e dedizione, anche quando ha la sensazione di non farcela. Talvolta non si rende conto dei propri effettivi limiti e rischia di fare il passo più lungo della gamba, esponendosi a gravi pericoli. Come in Cinderella Man, dove il protagonista James Braddock, interpretato da Russell Crowe, nel bel mezzo della crisi americana del ’29, vuole combattere il suo ultimo incontro con un vero e proprio pugile killer, Max Baer. C’è una spinta interna che porta il Guerriero a combattere, a provarci sempre e comunque. Nel caso di James, lo fa per la famiglia, ma soprattutto per l’intera comunità, che riconosce in lui un esempio, un punto di riferimento.

Il Guerriero consapevole ha un luogo dove tornare dopo la battaglia e Cinderella Man può tornare dalla moglie, dai figli, dalla sua gente. Qualora non dovesse farcela, avrà dato tutto quello che aveva in dote, oltre ogni limite.
Diventa terribile per il Guerriero non poter far ritorno a casa, perché è lì che trova la forza per ripartire e recuperare le energie. Come non pensare al film Il Gladiatore, dove Massimo (ancora, casualmente, Russell Crowe), dopo aver combattuto per Roma, fa ritorno alla propria famiglia solo per scoprire che è stata sterminata? È qui che il Guerriero può rischiare il crollo perché, in un istante, vede la sua vita di coraggiosa fatica perdere ogni significato. Massimo ha bisogno di rifondare il senso della sua sfida per riprendere la consapevolezza che lo farà diventare il guerriero del popolo, della gente. Ecco che il popolo diventa la sua casa, la spinta a continuare la sfida arriva dalla consapevolezza di poter realizzare un cambiamento importante anche a costo della vita.

Il Guerriero trova sembra la forza di rialzarsi anche quando si fa male e cade, anche quando lo danno per spacciato, anche quando sembra non farcela. Per riuscirci, deve però essere consapevole delle conseguenze delle proprie azioni e ricordarsi che dall’esito della sua lotta può dipendere  lo sviluppo della comunità.

 

I contenuti di questo post sono rilasciati con licenza Creative Commons 3.0 (CC BY-NC-SA 3.0).

 

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