Smart City: tecnologia e dati al servizio della persona

Ultimamente, si fa un gran parlare di Smart Cities. Di cosa si tratta? Una delle definizioni possibili è quella di sistemi urbani integrati in cui i dati e le informazioni prodotti dai cittadini e dalle strutture pubbliche e private vengono raccolte e fatte dialogare fra loro, in modo da realizzare servizi nuovi o più efficienti in grado di migliorare la vivibilità delle città e la qualità della vita delle persone. Oppure, come ha scritto Michele Vianello (Direttore Generale del VEGA – Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia) qualche tempo fa, “la città intelligente è un luogo dove le persone hanno a disposizione in modo diffuso, condividendola e implementandola, la conoscenza”.

Andrea Di Maio, analista alla Gartner Research ed esperto di settore pubblico, e-government e web 2.0, ha una prospettiva ancora diversa. Di Maio “rifiuta” l’idea secondo cui a fare di una città una smart city sarebbe unicamente la tecnologia. In un articolo intitolato Technology Is Almost Irrelevant for Smart Cities To Succeed (La tecnologia è pressoché irrilevante per il successo di una Smart City), scrive infatti che il nocciolo della questione sta altrove:

“Mentre le tecnologie oggi disponibili per raccogliere, elaborare e scambiare informazioni, per controllare sensori e meccanismi automatici, per analizzare e visualizzare le prestazioni sono pressoché le stesse in tutto il mondo, il ruolo che i governi cittadini giocano in ciascuno dei settori che sono chiamati a cooperare fra loro varia moltissimo. Identificare fin da dall’inizio in che modo questo ruolo può contribuire a favorire o a rallentare gli obiettivi di una smart city è di gran lunga più importante che guardare alle tecnologie […] il problema vero non è tanto come dovrà essere l’assetto futuro della città (dal momento che potrebbe risultare irrealizzabile per tutta una serie di motivi culturali o politici), ma come lavorare entro i limiti imposti dallo stato attuale delle cose e seguire ugualmente una roadmap ragionevole”.*

In ogni caso e qualunque sia la definizione che ci sentiamo di condividere, il ripensamento in chiave di smart city delle nostre realtà urbane resta una bella occasione per ripensare le modalità di convivenza di una comunità, dove ogni persona può diventare protagonista del territorio che abita, dialogando con le altre persone e con le istituzioni per costruire assieme un sistema di senso da cui tutti possano trarre beneficio.

Fa quindi piacere che si moltiplichino le iniziative che cercano di calare nelle singole realtà questi concetti, stimolando la partecipazione dei cittadini alla creazione di nuove linee di evoluzione dell’oggetto città. A Pordenone, per esempio, parte fra qualche giorno l’iniziativa “Pordenone più facile“: una serie di sessioni di “progettazione partecipata”, che porterà all’elaborazione del nuovo Piano Regolatore Generale, all’insegna di una maggior “facilità d’uso” della città.

Il Sindaco Claudio Pedrotti e l’Assessore all’Urbanistica Martina Toffolo spiegano in un video il senso dell’operazione e in che fase si trova:

La giornata di lancio del 15 settembre si articolerà in diversi momenti. Nel corso della mattina, quattro esperti della materia – Luca De BiaseAlberto Cottica, lo stesso Michele Vianello ed Elisabetta Tola – racconteranno lo stato dell’arte della smart city, dell’open government e degli open data. Gli amministratori di quattro città italiane – Bologna, Torino, Milano e Genova – illustreranno la loro via alla smart community e i progetti in corso per migliorare la condivisione di informazioni e la qualità della vita dei loro cittadini. Nel pomeriggio toccherà ai cittadini di Pordenone intrecciare le riflessioni tecnico-istituzionali con le riflessioni locali-identitarie, dando vita a un momento di riflessione e confronto da cui scaturiranno i temi dei successivi laboratori tematici (in programma il 29 settembre, 13 ottobre, 27 ottobre, 10 novembre e 24 novembre).

Ovviamente, tutta la cittadinanza è invitata a partecipare (senza contare che potrà approfittare dell’ultimo giorno utile per visitare la mostra del collettivo di Social Art DMAV, Home. Something Little In This Home, nato anch’esso da un progetto di valorizzazione delle risorse del territorio che riflette sulle potenzialità di persone e comunità).

LINK UTILI

COSA:  “Pordenone più facile”
DOVE: Palazzo Badini, Piazzetta Cavour, Pordenone
QUANDO:  15 settembre, dalle ore 9.30 alle ore 17.30.
Per informazioni e approfondimenti, rimandiamo al sito ufficiale dell’iniziativa Pordenone più facile.

* la traduzione è mia, l’originale inglese si trova QUI. Image Source.
[Post pubblicato originariamente sul sito dei Circoli di ascolto organizzativo]

 

I contenuti di questo post sono rilasciati con licenza Creative Commons 3.0 (CC BY-NC-SA 3.0).

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