Il 15 febbraio si chiude la seconda call di FAB, primo generatore di impresa a nascere per iniziativa di una Coop. sociale
Non si è ancora chiusa la prima edizione, che già FAB (il generatore di impresa sociale creato da Coop. Itaca e di cui vi abbiamo già parlato) si prepara ad accogliere i progetti di una seconda edizione. Per la seconda CALL c’è tempo fino al 15 febbraio!
Creare innovazione sociale per il territorio partendo dal territorio stesso e dai suoi bisogni. Per i creatori di FAB (Faber Academy Box), primo generatore di impresa a nascere per volontà e impegno di una Cooperativa sociale, significa restituire alla comunità – sotto forma di esperienza, capacità e innovazione – ciò che hanno ricevuto in anni di fortunata attività, dando vita a un modo nuovo di fare impresa, più attento alle persone, alle relazioni e agli ecosistemi.
Nel POST con cui è stata lanciata la seconda CALL, per cui c’è tempo fino al 15 febbraio, il messaggio non potrebbe essere più chiaro:
“Puntiamo sulle persone e sulle loro idee. Perché riteniamo che sia giusto così. Perché solo le buone idee che vengono aiutate a crescere nel modo giusto possono mettere radici in un territorio, creare lavoro e far ripartire il motore dello sviluppo di cui hanno bisogno le nostre comunità e la nostra società. Cerchiamo idee speciali, ma anche persone speciali. Siamo abituati alle sfide perché ci confrontiamo tutti i giorni con le difficoltà di una società sempre più in crisi, da cui però siamo convinti possano nascere nuove esperienze di innovazione sociale, modalità diverse e migliori di fare impresa e di vivere assieme. Abbiamo scelto, nel fare questo viaggio, di scommettere sul sapere e sulle potenzialità di persone che non hanno più un posto nel mercato del lavoro o ne hanno uno precario, provvisorio, instabile, ma sono ricche di talento e di passione. Ma anche su chi ha già un sogno di impresa ben chiaro in testa e avrebbe bisogno di una rete forte di relazioni e di collaborazioni per vederlo realizzato.”
Quando l’anima è tutta in un nome: cosa significa FABER academy box?
Rimane ancora misterioso per molti il significato dell’acronimo FAB. Mentre nascono altre iniziative dal nome simile (soprattutto vicine all’interessante mondo dei Makers), gli amici di Coop. Itaca sentono il bisogno di ribadirne il senso:
“FAB si legge Faber Academy Box.
FABER perché l’unica cosa che richiediamo a chi entra in FAB è di metterci l’impegno, la voglia di fare, la curiosità di ricercare soluzioni nuove, la forza di credere nel proprio sogno e di costruirlo. Con il nostro supporto, sì, ma in prima persona e da protagonista. Da parte nostra, mettiamo a disposizione un network di supporto – fatto di soggetti istituzionali e privati, istituti bancari e fondazioni – che ha avuto 20 anni per crescere e consolidarsi.
ACADEMY perché la vera qualità distintiva di FAB sono i 3 mesi che passano fra la prima e la seconda selezione. Mesi durante i quali l’idea viene analizzata, spogliata di ciò che non le serve, raffinata e preparata per giocarsela su un mercato “vero”. Mesi che servono ai faber per acquisire tutta una serie di strumenti e di competenze (anche sociali) che li aiuteranno a diventare imprenditori migliori e più consapevoli, di cosa possono fare la comunità e di cosa la comunità può fare per loro. Una Academy che non è una scuola, ma una “palestra di impresa”.
BOX perché FAB è prima di ogni altra cosa uno spazio condiviso. Itaca ha scelto di investire sul futuro recuperando il suo passato, restaurando i locali della sua sede storica in centro a Pordenone e trasformandoli in un contenitore, che accoglie senza limitare i movimenti delle persone. Flessibile e rilassante, ma anche adatto a sviluppare quella creatività e collaborazione di cui ha bisogno l’impresa del futuro. Box come scatola “aperta” che può essere riempita di tante cose, esperienze e capacità diverse, ma da cui possono uscire idee nuove che vanno a contaminare, col loro carico di innovazione, anche ciò che sta attorno e fuori da FAB.”
La fase 2: valutazione e apertura al territorio
Dopo 3 mesi di intenso lavoro, si è chiusa il 9 gennaio la prima Village Academy di FAB (a cui DOF ha partecipato progettando ed erogando il percorso sull’empowerment personale e il coaching). Grazie all’accompagnamento di professionisti interni a Itaca o alla sua ampia rete di contatti, i Faber che avevano superato la prima selezione di settembre hanno potuto limare e perfezionare la propria idea, definirla in un progetto e valutarne tutti i punti di forza e le aree su cui lavorare. Con un’ultima giornata di coaching, ancora qualche occhiata al Business & Social Plan e gli ultimi ritocchi all’Emotional Talk (il video breve di presentazione con cui ogni Faber presenta il proprio progetto) si è conclusa la FASE 1 del viaggio che porterà uno o più progetti di impresa alla fase di incubazione vera e proprie e – auspicabilmente – al mercato.
Mentre va avanti la fase di valutazione per decidere chi entra nella FASE 2 (i cui risultati verranno comunicati a fine mese), il 17 gennaio FAB ha avviato un confronto con gli stakeholder del territorio per indagare l’interesse, la reale fattibilità e la sostenibilità dei progetti, e quindi aprire a possibili azioni di sostegno, accompagnamento e promozione. Come ha spiegato in apertura di incontro (che si è tenuto negli spazi di PNBox a Pordenone), il Presidente di Cooperativa Itaca Leo Tomarchio, la sfida lanciata da FAB “trova nell’intera comunità e nei suoi rappresentanti la sua possibile forza di concretizzazione ed è per questo che riteniamo fondamentale la partecipazione attiva degli stakeholder in un momento centrale di prima verifica dei risultati e di consolidamento del progetto stesso”.
Un meeting a invito e riservato unicamente a un pubblico qualificato, composto da stakeholder e leader di comunità, che sono venuti ad ascoltare dalla viva voce dei Faber i dettagli sui progetti che hanno appena terminato la Academy (l’elenco completo lo trovate sul POST dedicato sul sito FAB).
Uno sguardo ai progetti
Sei i progetti protagonisti di questa prima edizione FAB, in prevalenza al femminile. Si va dal tema caldo del crowdfunding (rivisitato però in chiave regionale) al riciclo intelligente che sa mescolare riuso e creazione artistica, fino alla piattaforma per smart city. Vediamole brevemente: Federica Morsanuto ha presentato “Scambio intelligente”, spazio digitale dedicato allo scambio di beni e competenze con un occhio particolare al terzo settore, Ingrid Prestopino e Dante Fantinel si sono inventati un modo nuovo di gestire il riciclo in chiave artistica con “RecycLab”, Julia Mamolo e Jessica Martinuzzi ci hanno raccontato il “Parco rurale sinergico” che (insieme a un gruppo più ampio di amici) vogliono creare in provincia di Udine, Gianna Vigorito propone con “CatchIdeas: Crowdfounding Fvg” una piattaforma di crowdfunding dedicata in modo specifico alle idee progettuali del Friuli Venezia Giulia, Elisa Delli Zotti e Federica Vaglio hanno fatto una panoramica su “Postreet”, piattaforma geo-referenziata e bottom-up per una cittadinanza più partecipata. Infine, Tiziana Perin ci ha riportati al bisogno di insegnare l’inglese alle nuove generazioni con la scuola bilingue per l’infanzia “Open Land”.
Non c’è bisogno di dire che facciamo un “In bocca al lupo” a tutti, anche perché abbiamo visto in questi mesi l’impegno di tutti e la voglia di creare qualcosa di nuovo e di positivo, per sé e per la comunità.
La seconda call
La seconda CALL, come dicevamo, chiude il 15 febbraio. Avete tempo fino a quel giorno per tirare fuori dal cassetto quell’idea di impresa che covate da tanto, ma che non avete mai avuto la possibilità di provare a realizzare, o per raccontare l’illuminazione che vi è venuta questa mattina guardandovi allo specchio, che a voi sembra tanto buona, ma non sapete da che parte cominciare per farla diventare realtà.
FAB vi invita a raccontare la vostra idea, compilando il MODULO preordinato che si può scaricare dal sito.
In FAB si sente spesso dire che “anche i grandi viaggi iniziano da un piccolo passo”. Come si fa a non essere d’accordo? 🙂
Vuoi saperne di più di FAB? Ecco da dove partire:
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