L’Agricoltore, la facilitazione e il ritmo naturale delle cose

“L’albero è l’esplosione lentissima di un seme”
Bruno Munari, artista e designer

Quella del Custode del fuoco (di cui abbiamo parlato la scorsa settimana) non è l’unica figura del villaggio che si preoccupa dell’equilibrio fra risorse e bisogni in un’ottica di sviluppo. A prendersi cura dei tratti di crescita di contesti e persone, a porre attenzione a quelle che potremmo chiamare “risorse rinnovabili “ di un gruppo o di un singolo individuo c’è anche l’Agricoltore.

Nella sua propensione a prendersi cura non tanto di ciò che la pianta è, ma di ciò che può diventare, connette l’alto e basso nel processo di aratura e di semina, sapendo muoversi tra le radici e il futuro. Nei gruppi, cerca di fare in modo che – metaforicamente – nessuna pianta faccia ombra a un’altra. Il suo strumento non è la direzione, ma la facilitazione. L’attesa piuttosto che l’azione, il rispetto dei tempi naturali piuttosto che lo stimolo a ricercare soluzioni veloci, mirate e tese all’efficienza.
L’Agricoltore sa che la relazione, come ogni cosa importante e complessa, si costruisce giorno per giorno, un passo alla volta, senza forzare tempi e risultati. A volte, per raggiungere il risultato migliore significa imparare ad attendere, cogliendo le potenzialità di piccole cose che possono – se supportate nel modo giusto – crescere fino a diventare anche molto grandi.

I tratti distintivi dell’Agricoltore si possono ritrovare nel messaggio e nel metodo di Carl Rogers. Rogers è stato un grande innovatore. Psicologo e padre del counseling, ha rivoluzionato il mondo della psicoterapia contaminandolo con un approccio umanistico. Il suo messaggio è tanto semplice quanto innovativo (per gli anni in cui lo propose): al centro deve sempre stare la Persona, che al suo interno ha già tutti gli strumenti e le potenzialità per conoscersi e scegliere la giusta direzione da prendere. Rogers ha portato all’attenzione, prima della comunità dei terapeuti, poi delle organizzazioni e infine dei sistemi sociali, l’importanza che rivestono, per lo sviluppo umano e sociale, le tre semplici condizioni che caratterizzano l’intero approccio “centrato sulla persona”: l’empatia, l’accettazione incondizionata e la congruenza.

L’Agricoltore sa che la pianticella può essere aiutata a crescere diritta, ma è lei che deve fare lo sforzo di diventare albero. L’unica cosa che possiamo fare è fornirle il contesto adatto, annaffiarla, prenderci cura di lei. Solo creando per la relazione spazi facilitanti di espressione, possiamo aiutare l’emersione consapevole delle potenzialità profonde di una persona.
Nel suo libro Un modo di essere, scritto nel 1980 e contenente la summa del suo approccio, Rogers riporta un massima di Lao Tse che sente molto vicina alle proprie convinzioni profonde:

“Se evito di manipolare gli uomini, essi si prendono cura di se stessi; se evito di comandare gli uomini, essi agiscono da soli; se evito di predicare agli uomini, essi migliorano da soli; se evito di impormi sugli uomini, essi diventano se stessi”.

Nell’arco della sua vita, le sue convinzioni sono divenute via via capisaldi della relazione d’aiuto, competenze per lo sviluppo personale e organizzativo, fino ad arrivare ad essere elementi essenziali di programmi internazionali orientati alla negoziazione e alla costruzione della pace, che porteranno, alla fine degli anni sessanta, alla fondazione dell’Institute of Peace per lo studio e la risoluzione dei conflitti.
Rogers è riuscito a semplificare e a rendere comprensibili anche ai non addetti ai lavori le leve dello sviluppo umano e della relazione efficace, garantendo la trasmissione dell’arte dell’Agricoltore anche alle altre figure del villaggio, consentendo in questo modo un’ampia gamma di applicazioni e sperimentazioni che hanno generato negli anni un costante processo di sviluppo e implementazione di strumenti, tecniche e modelli.

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